Combattuta il 24 febbraio 1525 dalle due maggiori potenze dell’epoca, la battaglia di Pavia segnò il culmine dello scontro tra l’imperatore del Sacro Romano Impero Carlo V e Francesco I re di Francia.
Dopo un lungo assedio, i due eserciti si fronteggiarono registrando la schiacciante vittoria dell’esercito di Carlo V e la cattura di Francesco I, definendo l’aspetto geopolitico dell’odierna Europa.
Uno degli elementi più significativi per la vittoria a favore dell’imperatore fu la superiorità tecnologica della fanteria spagnola che utilizzava le nuove armi da fuoco che avevano cambiato il volto della guerra.
Gli arazzi, realizzati da Willem e Jan Dermoyen, su disegno di Bernard Van Orley, donati all’imperatore Carlo V dagli Stati Generali di Bruxelles nel 1531, passarono successivamente alla famiglia D’Avalos: gli antenati Ferrante, marchese di Pescara e marito di Vittoria Colonna, e Alfonso, marchese del Vasto, avevano combattuto con grande onore a Pavia.
Nel 1862 furono donati da Alfonso D’Avalos allo Stato italiano assieme a una collezione di importanti dipinti esposti oggi nelle sale del museo di Capodimonte.
Realizzati con dovizia di particolari e ricchi di filati d’oro e d’argento, vengono presentati in un nuovo allestimento proposto dalla studiosa Cecilia Paredes, secondo una sequenza che ne ricostruisce il paesaggio in un’unica veduta panoramica “immersiva”.
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Museo e Real Bosco di Capodimonte