La zampata di Supermario. A mali estremi, estremi rimedi. Con l’economia europea defibrillata, intubata e sedata in un coma farmacologico che sembra senza fine, non resta altro che un tour nel campo dei miracoli. Il governatore della Bce ci prova a piantare quegli zecchini d’oro di collodiana memoria nel terreno brullo dell’Unione. E incrocia le dita. Eccoli qui gli effetti speciali con i quali l’Eurotower spera di sorprendere i mercati. Una raffica di misure espansive dal forte impatto per far fronte a stime di inflazione riviste nettamente al ribasso. E a una crescita più debole del previsto. «Abbiamo dimostrato di non essere a corto di munizioni», esordisce Draghi. E via di forbici. Tagliati subito tutti e tre i principali tassi d’interesse: il tasso di riferimento (refinancing rate) dallo 0,05% a zero, quello sui depositi da -0,30 a -0,40% e la marginal lending facility dallo 0,30 allo 0,25 per cento. I nuovi tassi entreranno in vigore il 16 marzo. «Significa che possiamo scendere a nostro piacimento senza conseguenze sul sistema bancario? La risposta è no», chiarisce il governatore, lasciando intendere che il tasso negativo sui depositi – visto con crescente scetticismo dal sistema bancario tedesco – potrebbe aver raggiunto il livello minimo (…) Continua a leggere l’articolo in pdf
Fonte: “Il Mattino” dell’11 marzo 2016
Autore: Alessandra Chello