L’ultimo miglio, come lo chiama Maria Ludovica Agrò, direttore dell’Agenzia per la coesione territoriale, è una corsa contro il tempo. Che non sai come finirà anche perché quando entri nel groviglio burocratico, normativo e finanziario dei fondi strutturali non è mai facile uscirne con certezze inossidabili. Trenta giorni da oggi alla scadenza del ciclo di programmazione 2007-2013, che però finisce ventiquattro mesi dopo – tutto in regola, peraltro, con le norme Ue. Ma oggi, 30 novembre, nessuno in Italia – salvo pochi fortunati, forse – è in grado di capire se quanto a fine agosto non era stato ancora rendicontato (nel Mezzogiorno circa 6 miliardi di euro) sarà alla fine sottratto alla restituzione a Bruxelles. Nel senso che il governo in prima battuta (attraverso l’Agenzia), i ministeri subito dopo e le Regioni immediatamente a ruota stanno velocizzando al massimo quello che si può accelerare. Senza incorrere nelle ire dell’Ue (e nelle penalità della legge). Progetti sponda, riprogrammazione di soldi mai spesi perché programmati su obiettivi che non hanno assorbito quanto ci si attendeva, meccanismi contabili: è in campo tutto questo (e anche di più) per assorbire tutto. E che l’Italia sia in buona compagnia – anche altri Paesi come la Polonia, la Romania e la Bulgaria sono alle prese con questo tipo di emergenza – è solo una magra consolazione. L’ultimo miglio racconta in realtà una verità che è difficile negare (…) Continua a leggere l’articolo in pdf
Fonte:Il Mattino del 30 novembre 2015
Autore: Nando Santonastaso