L’appello del Cardinale Sepe: «Ci sono troppe armi in giro e tanta violenza: quei ragazzi hanno bisogno di noi». Dolore e amarezza, speranza e preghiera. Il Cardinale Sepe, di ritorno dall’Albania dove ha partecipato al meeting intemazionale per la pace, commenta gli ultimi, drammatici fatti di cronaca: l’omicidio del diciassettenne colpito durante un raid di camorra alla Sanità, gli spari al rione Traiano, l’angoscia, l’orrore e la paura di una città ancora una volta ferita a morte. Parla di legalità e sicurezza, l’Arcivescovo, fa suo il grido di dolore che arriva dalla gente, dai vicoli, dai quartieri sempre più infestati dalla criminalità organizzata dove si rischia la vita senza nemmeno sapere perché. Chiede a gran voce di non perdere la speranza, Crescenzio Sepe, e soprattutto la voglia di voltare pagina.
Eminenza, si torna a sparare.
«Stiamo vivendo un momento molto brutto, inquietante direi».
Che cosa succede? Napoli di nuovo sull’orlo del baratro?
«Temo proprio di sì. Vedo troppe armi in giro, troppa violenza, troppe morti ma quello che più mi
angoscia è il gran numero di giovani coinvolti nella mattanza».
Da che cosa dipende tutto ciò?
«Dalla disperazione».
Solo quella?
«Purtroppo no».
Da che cos’altro?
«Me lo sono chiesto tante volte».
Quali risposte si è dato?
«Diciamo che ho messo in fila un gran numero di interrogativi sui quali continuo a ragionare (…) Continua a leggere l’articolo in pdf
Fonte: Il Mattino del 10 settembre 2015
Autore: Maria Chiara Aulisio